1. biografia

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Messaggioda amministratore_1 » 15/12/2013, 9:22

Lou HARRISON
http://www.harrisondocumentary.com
Portland, Oregon, 1917 - Lafayette, Indiana, 2003


Formazione e studi: Lou Harrison “Argento” è un compositore statunitense. Ha studiato con Henry Cowell, Arnold Schoenberg, e KPH Notoprojo. Si è laureato alla Burlingame High School di Burlingame, California nel 1934, poi si è trasferito a San Francisco. Da Henri Cowell, col quale ha studiato contrappunto e composizione, ha attinto da “Musica dei popoli del Mondo”.
Concorsi: Harrison divenne amico di Charles Ives e contribuì a portare all’attenzione del mondo musicale le opere di Ives. Harrison curò con attenzione l’attività e le opere di Ives e, con l’aiuto di Cowell, preparò una prémiere della Symphony No 3 che fece vincere ad Ives il Premio Pulitzer. Per riconoscenza Ives diede metà del premio ad Harrison.
In questa ottica, sia Ives che Harrison sostennero l’attività compositiva di molti autori americani tra i quali Edgard Varèse e Carl Ruggles , nonché Alan Hovhaness.
E’ stato compositore in residence a San Jose State University di San Jose, California, nel corso del 1960. Anni dopo l'università lo ha insignito con un concerto al Morris Daley Auditorium nel 1969, con ballerini, cantanti e musicisti.
Impegni artistici e commissioni: presso la University of California a Los Angeles lavora come ballerino e accompagnatore di ballo.
Il 2 novembre 1990 la Brooklyn Philharmonic Orchestra esegue la quarta sinfonia di Harrison, che egli ha intitolato Ultima Symphony. Si percepiscono le linee melodiche dei nativi americani (dalla serie Navajo “Storie del Coyote”, della musica antica e della musica asiatica, sulla costruzione orchestrale occidentale. Ha poi revisionato la simfonia ripetutamente fino alla stesura finale (1995) che poi è stata registrata nel 1997 da Barry Jekowsky alla guida della California Symphony Orchestra per la Argo Records a Skywalker Ranch di Nicasio. Il CD include anche Elegia, estratti da Solstice, Concerto in Slendro, e Double Music.
Attività creativa: Harrison è particolarmente noto per la sua capacità di incorporare elementi musicali non occidentali nei suoi lavori. Numerosi sono le sue composizioni che utilizzano strumenti giavanesi in stile gamelan fino ad inventare un ensemble costruito appositamente assieme al suo socio William Colvig. Nel 1947 è colpito da un esaurimento nervoso e rientra in California. Nello stesso periodo si avvicina ai lavori del compositore canadese Colin McPhee che da diversi anni (1930) studiava la musica indonesiana e aveva all’attivo diverse composizioni che incorporavano elementi balinesi e giavanesi. In quel periodo lo stile di Harrison iniziò ad avere seri mutamenti sia timbrici che stilistici.
La maggior parte delle sue opere sono scritte con notazione naturale, non temperata. Harrison è uno dei compositori più importanti noto per aver lavorato con i microtoni. Lo stile di Harrison si basa sui "melodicles", motivi che si trasformano per creare un modalità musicale del brano a cui fanno riferimento. La sua musica è spartana nella struttura, ma lirica e l'armonia di solito semplice - talvolta manca del tutto – punta al risultato melodico e ritmico.
Gli ascoltatori della musica di Harrison spesso si sorprendono nel constatare come un compositore moderno, così innovativo, in realtà utilizzi melodie e armonie nello stile più tradizionale.
Una tecnica che spesso usa è il "controllo di intervallo", in cui solo un piccolo numero di intervalli melodici, ascendente o discendente, è utilizzato, senza possibilità di inversione. Ad esempio, per l'apertura della Quarta Sinfonia, gli intervalli consentiti sono di terza minore, sesta minore, e seconda maggiore.
Un’altra componente estetica di Harrison è quella che Harry Partch chiamerebbe corporeità, cioè l'accento sulla sua quotidianità come uomo, le sue prestazioni e l'improvvisazione, ma anche la ricerca del timbro, del ritmo e del senso dello spazio, delle sue linee melodiche, sia da sole che in contrappunto, sono frequentemente riscontrabili nei suoi lavori.
Attività critica, didattica e di studio: Harrison approfondisce la cultura musicale legata ai diversi stili di provenienza non occidentale. Studia l’opera cantonese, il gamelan giavanese e le registrazioni dal vivo di musica indonesiana, la musica dei nativi americani, la musica messicana, il jazz, la musica classica che ebbero poi grande influenza sul suo stile. Durante il periodo in North Carolina, Harrison ha insegnato al Black Mountain College.
Harrison ha insegnato al Mills College per diversi anni, dove uno dei suoi studenti era Jin Hi Kim. Ha insegnato anche alla San Jose State University e al Cabrillo College.
Aforismi e poetiche: assieme al compagno William Colvig decide di costruire un ensemble di percussioni – probabilmente già influenzato dalla ricerca e dalla sperimentazione di Henry Cowell – utilizzando tasti di alluminio, tubi, bombole per l’ossigeno e altri oggetti sonori ricavati dalla quotidianità. Chiamarono questo “gamelan americano” per non confonderlo col “gamelan indonesiano”. Idearono anche strumenti su scale pentatoniche con lattine, tubi mobili in alluminio. Con questi strumenti ha scritto “La Kotro Sutro”, “Suite per violino e gamelan americano”.
Costruirono anche due full gamelan secondo lo stile giavanese, modellati sulla strumentazione di Kyai Udan Mas della UC Berkeley. Un gamelan si chiamava Si Betty per il patrono dell'arte Betty Freeman, l'altro, costruita al Mills College, è stato nominato Si Darius/Si Madeliene.
Ricercatore profondo ha composto e imparato a suonare il guzheng (cetra cinese) eseguendo nel 1960 come interprete assieme a Colvig, al suo allievo Richard Dee e alla cantante Lily Chin oltre 300 concerti sulla musica tradizionale cinese.
Harrison ha trovato difficoltà a vivere del suo lavoro di musicista e ha praticato ogni sorta di lavoro. Era schietto e spontaneo soprattutto sulle idee politiche: era un pacifista, praticava l’Esperanto, era gay dichiarato. Scrisse molti articoli politici e un famoso Omaggio a Pacifica, per l’apertura della sede della Fondazione Pacifica a Berkley. In quell’occasione Harrison disse: “un coro di 120 appassionati di canto maschile. Alcuni di loro fecere bene … alcuni discretamente, ma il numero era così interessante, favoloso”. Omaggio a Pacifica riporta inizialmente una specifica che dice per 8 baritoni, poi per un coro di 120 cantanti uonimi.
La sua identità gay è una componente importante a punto che se ne parla positivamente. Lawrencw Massa dice: “Con Lou Harrison … l’essere gay è cosa positiva. Lui è orgoglioso di essere compositore, come di essere gay ed è interessato a parlarne e ad indicarne il significato. Essere gay non lo mette in condizione di sentirsi minacciato come compositore americano, anzi lo colloca in una dimensione di pensiero ottima, senza tempo, universale.
Catalogo opere: tra i primi lavori di Harrison, molti sono per strumenti a percussione, spesso oggetti sonori o oggetti casuali, della vita quotidiana, quali bidoni della spazzatura e tamburi dei freni sulla linea della ricerca di John Cage col quale ha collaborato attivamente componendo assieme a Cage (Double Music). Ha scritto numerosi brani con la tecnica dodecafonica di Schoenberg, tra cui l'opera Rapunzel e la sua Sinfonia in G (Symphony No. 1) del 1952. Varie opere presentano il tack piano, una sorta di piano preparato con piccoli chiodi inseriti nei martelli per dare allo strumento uno carattere percussivo. Tra le opere più note di Harrison sono il Concerto in Slendro, Concerto per Violino con Percussion Orchestra, Concerto per Organo con percussione (1973), che è stato dato al Proms di Londra nel 1997, il Doppio Concerto (1981-1982) per violino, violoncello, e gamelan giavanese, il Concerto per pianoforte (1983-1985) per pianoforte sintonizzato Kirnberger # 2 (una forma di temperamento) e orchestra, che è stato scritto per Keith Jarrett e un Concerto per pianoforte e gamelan giavanese, come pure Le quattro sinfonie. Ha anche scritto un gran numero di opere in forma non tradizionale. Harrison conosceva anche diverse lingue tra cui l’American Sign Language, il Mandarino e l’Esperanto e molti dei suoi brani hanno titoli e testi in Esperanto, in particolare La Koro Sutro (1973).
Harrison ha composto quattro sinfonie utilizzando la varietà di forme musicali e di linguaggi che gli erano più consoni. Questo è abbastanza evidente nella Quarta sinfonia, registrata dalla California Symphony for Argo Records, così come la sua Terza sinfonia, che è stata eseguita e trasmessa da Dennis Russell Davies alla guida della San Francisco Symphony Orchestra.
Interviste: Ned Rorem dice: "La composizione di Lou Harrison utilizza una varietà notevole di mezzi e tecniche. In generale lo si definirebbe un melodista. Il ritmo ha un posto rilevante nel suo lavoro. L’armonia pure è importante, anche se prioritaria è la definizione tonale. E’ uno dei principali compositori americani a tentare con successo il matrimonio tra le forme musicali orientali e occidentali."
Harrison: “E’ stato il suono che mi ha attirato a New York; stavo lavorando sulla dodecafonia, quando su quei movimenti ho iniziato ad esplorare il timbro del gamelan. Ciò si può verificare in Suite per violino, pianoforte e piccola orchestra (1951) dove l’imitazione fonetica è proprio quella del gamelan.
Quando Virgil Thomson gli regala il libro di Harry Partch “Genesis of a music” Harrison inizia a scrivere musica col caratteristico stile monotonale poi “melodicles” che lo caratterizzerà, ma pur dedicandosi preminentemente all’uso dei suoni naturali, non abbandonerà mai totalmente il sistema temperato. Su questa scelta ha detto: “I'd long thought that I would love a time when musicians were numerate as well as literate. I'd love to be a conductor and say, 'Now, cellos, you gave me 10:9 there, please give me a 9:8 instead,' I'd love to get that!”
Foto

English translation:
Training and education: Lou Silver Harrison was an American composer. He was a student of Henry Cowell, Arnold Schoenberg, and K. P. H. Notoprojo (formerly called K.R.T. Wasitodiningrat, informally called Pak Cokro).
Competitions:
Engagements and commissions:
Creative activity:
Harrison is particularly noted for incorporating elements of the music of non-Western cultures into his work, with a number of pieces written for Javanese style gamelan instruments, including ensembles constructed and tuned by Harrison and his partner William Colvig. The majority of his works are written in just intonation rather than the more widespread equal temperament. Harrison is one of the most prominent composers to have worked with microtones. Harrison's mature musical style is based on "melodicles", short motifs which are turned backwards and upsidedown to create a musical mode the piece is based on. His music is typically spartan in texture but lyrical, and harmony usually simple or sometimes lacking altogether, with the focus instead being on rhythm and melody.
Listeners to Harrison's music are often surprised that such a modern, innovative composer actually wrote lyrical melodies and often richly harmonized and orchestrated them, much in the tradition of the late Romantic composers.
An often used technique is "interval control", in which only small number of melodic intervals, either ascending or descending, are used, without inversion.[8] For example, for the opening of the Fourth Symphony, the permitted intervals are minor third, minor sixth, and major second.
Another component of Harrison's aesthetic is what Harry Partch would call corporeality, an emphasis on the physical and the sensual including live, human, performance and improvisation, timbre, rhythm, and the sense of space in his melodic lines, whether solo or in counterpoint, and most notably in his frequent dance collaborations.
Critical activity, teaching and study:
Work catalogue: Many of Harrison's early works are for percussion instruments, often made out of what would usually be regarded as junk or found objects such as garbage cans and steel brake drums. He also wrote a number of pieces using Schoenberg's twelve tone technique, including the opera Rapunzel and his Symphony on G (Symphony No. 1) (1952). Several works feature the tack piano, a kind of prepared piano with small nails inserted into the hammers to give the instrument a more percussive sound. Among Harrison's better known works are the Concerto in Slendro, Concerto for Violin with Percussion Orchestra, Organ Concerto with Percussion (1973), which was given at the Proms in London in 1997; the Double Concerto (1981–82) for violin, cello, and Javanese gamelan; the Piano Concerto (1983–85) for piano tuned in Kirnberger #2 (a form of well temperament) and orchestra, which was written for Keith Jarrett and a Concerto for Piano and Javanese Gamelan; as well as four numbered orchestral symphonies. He also wrote a large number of works in non-traditional forms. Harrison was fluent in several languages including American Sign Language, Mandarin and Esperanto, and several of his pieces have Esperanto titles and texts, most notably La Koro Sutro(1973).
Like Charles Ives, Harrison completed four symphonies. He typically combined a variety of the musical forms and languages that he preferred. This is quite apparent in the fourth symphony, recorded by the California Symphony for Argo Records, as well as his third symphony, which was performed and broadcast by the Dennis Russell Davies and the San Francisco Symphony Orchestra.
Aphorisms and poetry: Ned Rorem describes, "Lou Harrison's compositions demonstrate a variety of means and techniques. In general he is a melodist. Rhythm has a significant place in his work, too. Harmony is unimportant, although tonality is. He is one of the first American composers to successfully create a workable marriage between Eastern and Western forms."


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