2. partiture, spartiti, parti musicali

2. partiture, spartiti, parti musicali

Messaggioda Amministratore » 24/10/2013, 22:23

titolo: partiture corsivo
organico: fl ob cl fg sax cor tr trb tuba hp chit pf clav perc tast elettr 1vl 2vl vla vlc ctb SMsA TBarBas Coro misto Voci bianche
data di composizione:
dati bibliografici: editore, luogo, data di edizione/collana, pagine
dur: in minuti e secondi

The music published in OctandreProject is exclusively dedicated to divulgation purposes and not commercial.
This within a program shared to study classic educational music of the 1900'/music today which involves thousands of people around the world. If someone, for any reason, would deem that a video appearing in OctandreProject violates the copyright, please inform us immediately and it will be our care to remove immediately the copyrighted material accordingly.
(La musica pubblicata in OctandreProject è dedicata esclusivamente alla divulgazione per scopi non commerciali.
Questo all'interno di un programma educativo per studiare musica del 1900/musiche d’oggi e si rivolge ad una platea internazionale. Se qualcuno, per qualsiasi motivo, ritiene che materiali che appaiono in OctandreProject violano il diritto d'autore, vi preghiamo di informarci e sarà nostra cura rimuovere immediatamente il materiale indicato.)
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amgd

Messaggioda Amministratore » 27/12/2013, 7:42

titolo: AMGD "Aesthetica more geometrico demonstrata - Opera da camera in 5 scene per 5 personaggi
organico: MsSop TenControTenBas 2perc
data di composizione: 2012
dati bibliografici: nessuna indicazione, si desume una proprietà dell'autore


Teatro musicale o Musica per teatro? Era un enigma agli inizi degli anni ’70. Si era passati attraverso il teatro di protesta del ’68, si pensava già al teatro di strada, ma anche in campo musicale non si taceva, anzi i francesi rendevano la scena molto più teatrale che musicale: definire chi fosse più protagonista in campo musicale (il musicista o l’attore) diventava sempre più difficile. Che differenza ci fosse tra il musicista che scriveva un’azione scenica con musica e il musicista che scriveva musica per un’azione scenica era assai complicato; i soggetti si confondevano, ma la scena era diversa.
Però occorreva fare chiarezza perché le commistioni non sempre coincidono con le professionalità e trovare un buon musicista che sia anche un buon attore o viceversa era ed è cosa complessa. Si coniarono allora due slogan chiarificatori e delimitanti i campi: sotto la voce Teatro musicale la Musica in scena delineò un musicista professionista che si cimentava in parti attoriali, ma che non richiedeva una professionalità delineata in quel senso, piuttosto l’immediatezza di un teatro di strada, della spontaneità e l’altro termine fu Musica per il teatro e ciò definiva il ruolo di un musicista che scriveva per un’azione scenica.
Definire AMGD di Giovanni Bertelli Musica in scena limiterebbe l’azione scenica dei personaggi che hanno ruoli protagonisti. Definirla invece Musica per il teatro vorrebbe dire asservirla alla scena secondo stili ormai superati e che appartenevano al melodramma. E’ vero che i due termini sono stati utili per circa trent’anni, ma è vero anche che negli ultimi 15 anni abbiamo rivisto tentativi di recupero di quella sintesi che il melodramma italiano e quello tedesco avevano raggiunto. Dopo Puccini
e Strauss, i tentativi di melodramma contemporaneo sono stati molto limitati, importanti se si pensa a Woyzek, Lulù di Berg, al Prigioniero di Dallapiccola e hai tentativi più recenti di Nono e di Berio, Vacchi, Manzoni, alla significativa sintesi de Le Grande Macabre di Ligeti, ma sono sempre risultati segnali della discontinuità e che si stava perdendo una parte del linguaggio musicale che ci accompagnava con fasi alterne dalla Camerata dei Bardi (primi del seicento).
Il terzo millennio invece pare aver dato vita ad una rinnovata proposta del rapporto tra Musica e Teatro. In che misura emerga un linguaggio rispetto all’altro avremo tempo per verificarlo che la ricerca si stia sviluppando con tecnologie nuove, con estetiche e sintesi attuali è pure nelle cose.
Giovanni Bertelli con la proposta di AMGD si colloca in questo ambito.
AMGD sta per "Aesthetica more geometrico demonstrata", ed era anche un anagramma con il quale i musicisti dei secoli passati hanno firmato le loro opere e che significava "ad maiorem dei gloriam", è costruito con una catena ricorrenti di azioni, ispirato da un processo statistico noto come la "catena Markov", ripetuta cinque volte, con diverse varianti ogni volta” così ci riporta l’autore. Partiamo dai personaggi:

una moglie credente, ma alcolizzata (Mezzosoprano)
una bambina (soprano di coloratura)
il nonno (basso)
il marito (tenore)
Gaudeaux lo schizzofrenico (Controtenore)

I personaggi si susseguono in cinque scene che ripetono la stessa sequenza di azioni, naturalmente con esiti differenti, per lo più tragici: i personaggi si alternano nel ruolo dei … decessi, naturali o perpetrati.
1^ scena: la moglie sculaccia la bambina in presenza del nonno che sta recitando il rosario. Il marito entra in casa e in modo annoiato armeggia col telecomando per far funzionare il televisore. La moglie prepara la cena per tutti. Ora sono a tavola. Mani giunte, stanno pregando il buon Dio che ancora li ha messi a tavola e il nonno muore. La scena continua come se nulla fosse accaduto con la bambina che svolge nel suo ruolo di ingenuità … accorgendosi del dramma familiare.
2^ scena: si ripete il quadro della 1^ scena, ma oltre al marito entra anche Gaudeaux (controtenore) che interpreta la figura di un uomo educato, elegante, che però di scena in scena dimostra la sua vera natura, tutt’altro che … elegante.
3^ scena: la moglie si presenta visibilmente ubriaca. Il marito perde la pazienza e le arreca violenza malmenandola per poi litigare col nonno.
4^ scena: la natura schizzofrenica di Gaudeaux giunge perfino ad assassinare con una pistola prima la moglie, poi la bambina e il nonno.
5^ scena: è scena complessa dove l’autore stilizza i contenuti che hanno permeato le quattro scene precedenti. Lo spazio scenico è inizialmente privato delle presenze degli attori e si delinea la geometria di un asettico ambiente familiare. E’ in questa “schema geometrico” che l’autore rileva la “mancanza di memoria”, il “gioco della ripetizione”, i “rituali domestici” e Gaudeaux che assume una figura diabolica, provocatrice, lussuriosa e contaminata dalle viziose bassezze dell’uomo.

Gianpaolo Salbego
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